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Il tributo a Domenico Pecile a 100 anni dalla morte

Il 27 maggio del 1924 moriva a San Giorgio della Richinvelda Domenico Pecile. A 100 anni esatti, il Comune di San Giorgio della Richinvelda, l'Associazione Lçe Radici del Vino e i cooperatori e la cittadinanza vogliono ricordare la figura dell’uomo, dell’agronomo e del Sindaco di San Giorgio della Richinvelda (dal 1888 al 1904) e di Udine. Domenico Pecile fu fra le figure più brillanti dell’800 è stato pioniere dello sviluppo moderno dell’agricoltura, nel credito rurale e nella cooperazione oltre che un grande amministratore pubblico – queste le parole del Sindaco di San Giorgio della Richinvelda – nell’annunciare il tributo.

A 100 anni esatti dalla scomparsa il Comune che tanto deve alla figura di Pecile si ferma nel ricordo dell’uomo con un convegno che si svolgerà lunedì 27 maggio 2024 alle ore 18.30 nell’auditorium della Biblioteca Civica di San Giorgio della Richinvelda. Ci concentreremo principalmente sulla figura dell’agronomo Pecile, che tanto ha saputo dare all’agricoltura dei tempi sapendo disegnare il futuro di una terra che oggi è riferimento mondiale.

Tra i relatori moderati da Gianni Colledani, vi saranno Mario Salvalaggio “La vita di Domenico Pecile” e Walter Tomada “Il Friuli ai tempi dei Pecile”.


Domenico Pecile proseguì l'opera innovatrice del padre Gabriele Luigi innovando l'agricoltura arretrata delle zone di San Giorgio della Richinvelda e del Friuli.

Nacque a Udine nel 1852, secondo dei tre figli di Gabriele Luigi Pecile e Caterina Rubini. Studiò all’Istituto tecnico di Udine, conseguì la laurea in chimica e iniziò a lavorare presso la Stazione agraria sperimentale. Nel 1876 si recò a Monaco di Baviera presso Lehmann del Centro sperimentale di agraria, e poi in Ungheria, per un viaggio di studio sulla conduzione della terra e sui metodi di coltivazione.

Al rientro in Italia, iniziò la sua carriera di insegnante, si sposò con Camilla Kechler e poi si dedicò interamente alle tenute di famiglia a San Giorgio della Richinvelda, dal momento che il padre era impegnato come sindaco di Udine e come amministratore dei beni di Fagagna. La tenuta di San Giorgio era caratterizzata da un generale stato di arretratezza sotto ogni aspetto e, in particolare, necessitavano di essere migliorati i metodi di coltivazione della terra e le condizioni socioeconomiche dei contadini. Pecile si dedicò totalmente a una impresa che si sarebbe mostrata grave di difficoltà tecniche ma anche di problemi sociali, che affrontò con coraggio e con l’approccio liberale e illuminato che aveva caratterizzato anche suo padre.

Si dedicò al miglioramento delle terre dei propri possedimenti e della qualità della vita dei suoi coloni, e avviò anche il sistema delle cooperative in Friuli. Con i suoi studi e le sue ricerche riuscì a favorire il rinnovamento del comparto agricolo nella zona di San Giorgio, soprattutto la coltivazione dei vitigni di Cabernet e Merlot; per i miglioramenti apportati in quest’ultima, ottenne la medaglia d’argento dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti nel 1883.

Nel 1888 divenne Sindaco del Comune di San Giorgio della Rchinvelda fino al 1904. Nel periodo del mandato si adoperò in ogni modo per risollevare le pessime condizioni di vita del paese.

Fu un grande cooperatore e tra i soci fondatori dello zuccherificio di San Vito al Tagliamento e della Cooperativa di perfosfati, della quale fu anche presidente fino alla morte. Promosse e fu tra i fondatori di numerose istituzioni, tra cui la Cassa rurale di San Giorgio, il forno sociale cooperativo, la latteria sociale, la cucina per i poveri, la casa di riposo per anziani, la fornace di laterizi. Numerosi furono gli incarichi pubblici che ricoprì: fu vicepresidente dell’Esposizione agraria e rappresentò l’Associazione agraria friulana, della quale era diventato membro nel 1882, a Parigi e alla riunione viticola a Roma.

Nel novembre 1904 fu eletto sindaco di Udine e tenne quella carica ininterrottamente fino al 1920, ovvero in un periodo estremamente difficile per la storia della città e della nazione. Tra le molte opere a carattere edilizio, igienico e sanitario che promosse come sindaco di Udine, va ricordata la scelta di affidare a Raimondo d’Aronco nel 1906 l’incarico di un nuovo progetto di palazzo comunale, sostenendolo fino all’approvazione della demolizione di tutta l’area del vecchio palazzo. Nello stesso 1906 Pecile inaugurò la nuova sede del Museo civico nel castello, ceduto in comodato al comune nel 1898. Fu anche vicepresidente del consiglio provinciale di Udine, presidente dell’Associazione agraria friulana e del Consorzio del canale Ledra-Tagliamento. Ha lasciato numerosi studi, saggi e relazioni, pubblicati in gran parte nel «Bullettino» dell’Associazione agraria friulana.

Domenico Pecile collaborò con un altro grande della storia nel mondo bancario e cooperativo che recentemente è stato ricordato, ovvero Luchino Luchini.

Domenico Pecile, il padre Gabriele Luigi e Luchino Luchini posero le basi del prospero presente del Comune di San Giorgio della Richinvelda innovando due degli aspetti principali di questo territorio: l'Agricoltura e la Cooperazione. Alcune delle istituzioni promosse e fondate da questi personaggi sono delle realtà di riferimento per il Credito Cooperativo e l'agricoltura presenti ora in tutto il Friuli Venezia Giulia.



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